In un cantiere, specialmente se il tipo di attività lavorativa viene svolta per gran parte del giorno a livelli di 80 dB (quindi non necessariamente soltanto i circa 120 del martello pneumatico), diventa necessario offrire protezione anche all’apparato uditivo che in caso contrario potrebbe subire danni momentanei o permanenti. La prima cosa da fare, quindi, è rilevare il livello di rumore presente per definire di conseguenza la protezione minima da dover garantire. Per far ciò il mercato mette a disposizione numerose strumentazioni che valutano il rumore misurandolo e valutando il livello di esposizione allo stesso da parte dei lavoratori.

Una volta fatto ciò, se si attesta che i livelli sono elevati bisogna scegliere una protezione per l’orecchio che si dovrà fare indossare nelle ore di lavoro. È importante che le stesse protezioni siano inserite/posizionate correttamente all’orecchio per non inficiarne o addirittura annullarne il livello protettivo.

Questa protezione è molto importante perché un eventuale danno uditivo non si può più rimediare perché le cellule dell’udito una volta perse non possono essere ricostruite. L’obbligatorietà dei sistemi di protezione uditivi si ha quando non è possibile diminuire il rumore ambientale a meno di 90 dB in un qualsiasi momento o a meno di 85 dB di media, ma come detto in precedenza è consigliabile anche a 80 decibel. In questi casi, i dispositivi di protezione individuale (DPI) per l’udito possono essere differenti . In base alle norme europee previste abbiamo:

- Cuffie passive conformi alla EN 352-1;

- Cuffie attive (con radio o trasmittente) conformi alla EN 352-4

- Tappi auricolari conformi alla EN 352-2 o tappi con catenella

- Archetti conformi alla EN 352-2

- Filtri.

Ciascuno di questi dispositivi deve avere indicati il livello di protezione offerta, non in dB ma a seconda delle frequenze uditive che sono in grado di proteggere, riportando le seguenti diciture:

- Lettera L se protegge per frequenze da 65 a 250Hz;

- Lettera M se protegge da 250 a 2000Hz;

- Lettera H se protegge da 2000 a 8000Hz.

Una delle soluzioni più comuni è quella delle cuffie antirumore auricolari: si tratta di cuffie realizzate con coppe rigide da un lato e cuscinetti morbidi e plastificati dall’altra che riescono a ridurre considerevolmente l’esposizione ai rumori. Le cuffie sono di utilizzo molto semplice, hanno basso rischio di essere posizionate male (a differenza ad esempio dei tappi) e offrono confortevolezza. Oggi, come visto anche nella disciplina dei DPI uditivi, possiamo trovare sia cuffie antirumore semplici (passive), che altre più sofisticate (attive), dotate ad esempio di radio FM (come in immagine) per ascoltare musica in sostituzione del rumore, oppure dotate di radio trasmittente walkie talkie per poter così riuscire comunque a parlare con i compagni di lavoro senza dover spegnere i macchinari, tutte devono necessariamente essere conformi alla norma EN 352. È disposto inoltre che le cuffie coprano completamente le orecchie e abbiano cuscinetti in materiale fonoassorbente tenuti insieme da un solido archetto che passa sopra la testa, o eventualmente anche dietro la testa, sotto il mento o dietro al collo e vengono costruite in taglia piccola, media o grande. Le cuffie con archetto da poggiare sulla testa non possono essere usate insieme ai caschi protettivi, a differenza delle cuffie il cui archetto passa dal collo o dal mento o di quelle già prefissate ai caschi.

Tutti gli strumenti devono avere il marchio CE, devono essere comodi e vanno scelti in base al livello di attenuazione del rumore rispetto al livello del rumore ambientale in compatibilità con gli altri strumenti di lavoro e protettivi.

Gli strumenti di protezione uditiva individuale vanno messi a disposizione dal datore di lavoro se non si riesce a ridurre entro la soglia minima il livello dei rumori ambientali.

 

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