Realizzare un impianto elettrico di cantiere presuppone adeguate competenze tecniche da parte degli operai e strutture a norma, dal momento che l’area del cantiere è particolarmente a rischio rispetto ad altre. Un cantiere, infatti, rimane solitamente esposto agli agenti atmosferici, ad urti anche accidentali, alle polveri. Questo mix può provocare pericolosi incidenti e per scongiurare pericoli è indispensabile che l’impianto sia realizzato con massimo isolamento e protezione. A costituire la parte fissa dell’impianto elettrico di cantiere è il quadro, che dispone di tutti i principali comandi, a cui poi si aggiunge una parte mobile che è dipendente da quella fissa.

L’impianto elettrico di cantiere potrà avere un livello di tensione di energia elettrica medio o basso. L’impianto a bassa tensione è a 220/380V e si distribuisce con un sistema di tipo TT, cioè con un impianto indipendente dalla cabina MT del gestore elettrico. L’impianto a media tensione invece prevede una distribuzione di tipo TN-S, vale a dire che l’impianto è comune tra la cabina del gestore elettrico e la propria cabina di trasformazione MT/BT, con conduttore neutro separato dal conduttore di protezione. È bene ricordare che l’uso del sistema IT è invece sconsigliato dalle norme CEI 64.8 e dunque lo tralasciamo.

L’impianto di cantiere più utilizzato ha una distribuzione a bassa tensione con sistema TT con fornitura data direttamente dal gestore dell’energia elettrica. Le forniture di potenza limitata sono di tipo monofase comprese tra 3 e 6 kW e consegnate in un gruppo di misura monofase integrato (GMI) dotato di contatore di energia attiva ed interruttore automatico. Se si ha bisogno di maggiore potenza, si può optare invece per una fornitura trifase fino a 15 kW e consegnata tramite un gruppo di misura trifase integrato (GTI) dotato di contatore di energia attiva e interruttore quadripolare in unico blocco. È possibile ottenere anche forniture trifase via via superiori, con contatore di energia reattiva, da 20, 25, 30 kW o superiori.

Quale che sia la potenza dell’impianto elettrico, trovandosi in un cantiere deve anche avere un ottimale grado di protezione. I livelli di IP (Index Protection) da soddisfare contro la penetrazione di liquidi e solidi deve essere almeno:

- IP44 (dove le cifre 44 indicano protezione contro i corpi solidi maggiori o uguali a 1mm di diametro e protezione contro spruzzi d’acqua) o superiore se ci si trova in ambiente chiuso;

- IP55 (dove le cifre 55 indicano protezione contro la polvere e protezione contro getti d’acqua) o superiore se ci si trova in ambiente aperto con possibilità di piogge o getti d’acqua.

Il personale deve provvedere a porre le condizioni per il passaggio dei cavi, l’installazione dei quadri, degli interruttori e delle prese in tutte le postazioni previste rispettando le norme sopra indicate, nonché a realizzare impianti di messa a terra per le scariche atmosferiche come da immagine:

(fonte: Berno S., Normativa di sicurezza nei cantieri, seminari ’98 Bticino)

L’impianto deve essere costruito nel rispetto delle norme CEI che assorbono la norma Europea EN 60439-4. In particolare in riferimento alla Norma CEI 64-8/7 e alla Guida CEI 64/17. In più anche i singoli componenti devono soddisfare le prescrizioni CEI. Tali raccomandazioni sono valide sia per gli impianti elettrici fissi che per quelli mobili o trasportabili.